Timbuctù 2.0 è una mostra-laboratorio che può essere installata negli istituti scolastici ed ospitata in eventi socio-culturali.
Timbuctù 2.0 un’occasione per affinare, attraverso attività ludiche, le capacità di incontro, di scambio, di empatia, di apertura all’altro. Lo sfondo è il fenomeno migratorio, che vuole essere presentato senza giudizio di valore, ma a partire da quella che è la sua natura intrinseca, ossia un movimento, uno spostamento di persone, che può essere generato da motivazioni e finalità diverse. Timbuctù è un paese cosmopolita ed estremamente accogliente, che non identifica alcun luogo reale, quanto piuttosto una dimensione ideale della convivenza civile tra persone diverse.
Questa mostra è interculturale proprio perché insegna che ogni cultura è insufficiente a sé stessa, necessita del confronto con culture altre e diverse per definirsi e organizzare la propria identità. Il mondo è un crocevia di incontri, in cui i confini sono al contempo frontiere che dividono e ponti che uniscono. Per comprendere come approcciarmi all’altro devo abituarmi a pensare che c’è sempre una prospettiva diversa dalla quale guardare un aspetto del reale, una prospettiva che apre all’incontro, al confronto, al dialogo, e che in tal modo amplia l’orizzonte vitale anziché restringerlo.
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